IL CASO
di Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino
Sorrento - Dovrebbe essere il paradiso degli archeologi e dei cultori di storia locale, oltre che degli amanti del mare. E invece il sito della Regina Giovanna, con i ruderi della villa romana di Pollio Felice e la spiaggia frequentata quotidianamente da centinaia di bagnanti, versa in condizioni di «assoluto degrado». Anzi, la mancanza di bagni chimici e di vigilanza, sommata ai frequenti raid vandalici, l'ha ridotto a poco più di una latrina. È una denuncia forte quella che Antonio Irlando, responsabile di Osservatorio Patrimonio Culturale, rivolge al ministero per i Beni Culturali: un dossier che testimonia il declino di uno dei gioielli di Sorrento e dintorni.
LE EMERGENZE
Irlando accende i riflettori sul «grave danno di reputazione per l'Italia» legato al «desolante scenario di abbandono del patrimonio archeologico di un luogo frequentato soprattutto da turisti esteri». L'emergenza più evidente è di carattere igienico-sanitario. La zona della Regina Giovanna, infatti, è priva di un bagno chimico. «A questa gravissima mancanza spiega Irlando - i frequentatori sopperiscono usando i resti della villa di Pollio Felice».
A dimostrarlo sono le tracce di escrementi, l'odore nauseabondo e i fazzoletti sporchi che sfregiano alcuni ambienti dell'edificio risalente al primo secolo dopo Cristo. Lo scorso anno il sito è stato il dormitorio di un clochard, successivamente allontanato dalla polizia municipale. Ancora oggi, però, è meta di giovani che bivaccano con birre e panini senza preoccuparsi di differenziare e smaltire correttamente la spazzatura. A questo scenario, già di per sé desolante, si aggiungono i rischi per il sito e per le migliaia di persone che lo frequentano quotidianamente soprattutto durante l'estate. Le fotografie inviate da Irlando al ministero per i Beni Culturali, infatti, ritraggono alcuni bagnanti che calpestano i resti della villa romana di Pollio Felice o che si sporgono pericolosamente da alcuni di questi. Senza dimenticare i vandali che continuano a imbrattare le vestigia disegnandovi enormi murales: sulle pareti dell'antico edificio si alternano misteriose figure e dichiarazioni d'amore lasciate da qualche visitatore indisciplinato.
LA CREDIBILITÀ
Elementi che spingono Irlando a puntare il dito contro la «mancanza di custodia e di azioni manutentive». Insomma, secondo il responsabile di Osservatorio Patrimonio Culturale, in gioco c'è non solo la sicurezza dell'area e di chi la frequenta, ma la credibilità dell'intero Paese. «Le condizioni in cui versa la Regina Giovanna inducono molti visitatori stranieri a ritenere che gli italiani siano incapaci di tutelare e valorizzare un sito di così grande valore - conclude Antonio Irlando - C'è bisogno di vigilanza, servizi igienici, interventi di manutenzione: altrimenti è più saggio vietare l'accesso alla zona una volta per tutte».
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Capo di Sorrento, nel degrado il mito della Regina Giovanna
Capo di Sorrento, nel degrado il mito della Regina Giovanna
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