La legalizzazione della cannabis comporterebbe benefici a livello economico, sociale e ambientale e contribuirebbe ad avere un maggior controllo sulla produzione e sul prodotto finale, introiti allo Stato e ai cittadini (creando lavoro) e la reale sconfitta della criminalità che ne gestisce il traffico
Quando si affronta il dibattito sulla legalizzazione della cannabis non si comprendono le cause, le conseguenze e le situazioni oggi in atto che potrebbero cambiare (in positivo) togliendo questa pianta dall' elenco di quelle proibite.
La realtà è che la proibizione non ha fatto scomparire la cannabis, anzi! Da decenni è tutto aumentato: i consumi sono aumentati, i costi della sostanza, gli arresti (anche dei consumatori per uso personale) e conseguentemente i costi della macchina inquisitoria e punitiva.
La legalizzazione – se si ragiona senza ipocrisie – significherebbe restituire i guadagni della produzione e vendita a Stato e cittadini togliendoli alla criminalità , creando lavoro e liberando risorse. Si impedirebbe l' uso ai minori, vigilando sull' accesso degli stessi alla sostanza - al contrario di ciò che avviene oggi dove 13enni fumano cannabis ma anche sigarette - si decongestionerebbe il traffico delle carceri permettendo alle forze dell’ordine di concentrarsi sui veri crimini.
Si potrebbe offrire ai cittadini maggiorenni un prodotto sicuro e controllato, senza contaminazioni di vario genere. Un’operazione che comporterebbe benefici a livello economico, sociale e ambientale e contribuirebbe ad avere un maggior controllo sulla produzione e sul prodotto finale.
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