IL PRESEPE VIVENTE DI CASTELVECCHIO CALVISIO - Vogue ora
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IL PRESEPE VIVENTE DI CASTELVECCHIO CALVISIO

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CASTELVECCHIO CALVISIO - Temperature sotto lo zero assoluto, a Castelvecchio Calvisio, ma centinaia di persone motivate ad affrontare il freddo per assistere alla rappresentazione della natività di Manuela del Beato, diventata ormai, la regista delle Terre della Baronia di Carapelle, cosi si chiamava nel basso medioevo l'area meridionale, alle falde del Gran Sasso. Una rappresentazione  inedita, organizzata dal sindaco del borgo, Luigina Antonacci per ricordare il decennale del sisma,  che ha stretto più di cento figuranti, tra attori professionisti e autoctoni, per le strade di un borgo  rimasto intatto nella sua semplicità medioevale.
Più di otto scene teatrali, con attori che interagiscono anche con gli spettatori, creando un  sistema interdipendente, come succedeva nel passato. Nel testo laico e sacro si incontrano nelle domande che la ragione pone alla fede, e nel gioco dialoghi che fanno riflettere anche sulle tematiche più discusse dell'attualità.Un evento speciale quello di quest'anno anche perché l'amministrazione celebra una vittoria, quella di aver superato, dopo dieci anni, il problema degli usi civici che impedivano l'avvio dei cantieri per la ricostruzione nel centro storico.Cosi il regalo di Natale, per i cento abitanti, residenti a Castelvecchio Calvisio, sono stati i quarantacinque milioni citati nel piano per ricostruire il cuore del borgo che fu feudo di nobilissime famiglie, tra cui quella dei Medici e dei Borbone.




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