da Agorà
Vico Equense - Danilo Somma è titolare dell' hotel S. Angelo in Piazza le dei capi a Monte Faito, rappresenta una famiglia che opera da ben cinque generazioni sulla montagna. Un osservatorio privilegiato per valutare la situazione attuale in termini di presenze e le condizioni generali di vivibilità che registrano gli avventori, ma soprattutto i residenti. Partiamo da qualche dato. Com'è il movimento turistico a Monte Faito in questo primo scorcio d'estate? La ripresa turistica del Faito prima del covid era chiara e visibile a tutti. Nello specifico, che tipologia di presenze avete? Anche il mercato estero, soprattutto quello del trekking cominciava a crescere ed offrire opportunità importanti per le strutture del Faito. Ma adesso la situazione com’è? Ad oggi però una brusca frenata ci ha riportato indietro di anni. A dare ossigeno ci ha pensato il turismo locale, quello del week end per intenderci e dei famosi pic-nic del Faito. Lo scorso anno, con le difficoltà riscontrate sulle spiagge, il Faito è stato letteralmente invaso, la funivia ha ripetuto i numeri della stagione precovid pur lavorando molti mesi in meno. L’unico lato positivo del covid è che ha fatto riscoprire la bellezza di una passeggiata nel verde e più attenzione alla natura, quindi il Faito è riuscito ad attrarre il suo pubblico e tanti nuovi appassionati.
Come operatori economici del Faito, cosa proponete per incentivare le presenze ed essere attrattivi? Per quanto mi riguarda con l'hotel S. Angelo, abbiamo puntato tanto sulle outdoor sposando il progetto vicoequenseoutdoor insieme a Nino Aversa, che prevede ogni week end al Faito una serie di attività all'aperto da offrire ai nostri clienti come attività ideato il trekking, il pilates, le mtb elettriche, tiro con l'arco e tante Sorprese in arrivo. E stata formata una squadra di professionisti del settore, ognuno per la sua disciplina, cresce l'armonia tra noi e anche i risultati. Ne approfitto per ringraziare i miei amici Nino Aversa, Salvatore de Stefano, la dottoressa Marianna Vieni, Roberta Delfino, Guido ed Enrico Gioiello con i quali condivido questo progetto. A mio parere non c’è sviluppo migliore per il Faito. Non vedo altre strade. Meno gente e più qualità, più servizi per chi vive o soggiorna sulla montagna. Progetto per impianto antincendio boschivo, fondi per la pubblica illuminazione e realizzazione copertura sulla piazza antistante la Funivia. Si tratta di una svolta per la montagna? Non è mia abitudine polemizzare con chi ci governa, ma ormai ho 46 anni ne ho viste tante anche io e posso solo dire e che al Faito chiediamo di lavorare con dignità e rispetto. Ad oggi siamo senza luce e con le strade ridotte in uno stato pietoso. Questo lo vedono tutti ed è impossibile e stupido nasconderlo. Di chi è la colpa oggi a me interessa poco, bisogna rispondere con i fatti e non sbandierando amore. La mia famiglia vive le sorti di questa montagna da cinque generazioni, a mio parere il progetto vincente ripeto è il turismo verde, a meno macchine, meno moto, più bici, più camminatori, più funivie ed il ripristino dei vecchi attrattori della montagna. Non bisogna inventarsi nulla che non ci sia già. Il nodo è risolvere velocemente il problema della gestione del territorio Troppi enti coinvolti non portano nulla di buono, questo ci ha insegnato l'ultimo decennio di vita del Faito. Quello che è successo alla Funivia può creare difficoltà nell'utilizzo del mezzo? Vorrei fare un appello a tutti a venire su in funivia. Gli ultimi eventi ci hanno fatto capire che l'impianto è sicuro e gestito con l'attenzione giusta, sarebbe un peccato gettare al vento tutti i sacrifici degli ultimi anni per riportare l’impianto al suo splendore.
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