Tirreno Power, il biologo Dott. Scarselli : “Dopo la chiusura della centrale è diminuito il livello di alcuni inquinanti” - Vogue ora
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Tirreno Power, il biologo Dott. Scarselli : “Dopo la chiusura della centrale è diminuito il livello di alcuni inquinanti”

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 Tratto da IVG

Tirreno Power, il biologo: “Dopo la chiusura della centrale è diminuito il livello di alcuni inquinanti”


Continua la presentazione in aula da parte del consulente della Procura

Savona. “Nelle stazioni situate nel territorio limitrofo alla centrale termoelettrica di Vado Ligure sono stati rilevate differenze percentuali di alcuni inquinanti tra il 2011 e il 2018, quando l’impianto non era più in attività: anidride solforosa (SO2), PM 2,5 e biossido di azoto (NO2). Le due postazioni che sono state prese in considerazione sono Savona Varaldo e Vado via Aurelia. Rispettivamente i valori trovati sono: rispettivamente -45,24% e -69,42% per l’anidride solforosa. Per il PM 2,5, invece, -24,18% e -26,52%. E -39% e -24,96% per il biossido di azoto”

A dirlo questa mattina in aula è stato il dottor Stefano Scarselli, biologo specialista in biomonitoraggio, nell’ambito del processo a carico di Tirreno Power per il quale sono imputati 26 persone, tra vertici e dirigenti dell’azienda, rinviati a giudizio per disastro ambientale e sanitario colposo.

“La decrescita di alcuni inquinanti si registra nelle stazioni influenzate dalle ricadute della centrale – spiega Scarselli -, non si può dire altrettanto per le altre postazioni. Il segnale legato alla chiusura della centrale sulla base di questi dati si vede ed è forte ma per essere confermato richiederebbe un approfondimento”.

I valori dei livelli di alcuni metalli – aggiunge -, con la sola eccezione di alluminio e cadmio, sono risultati sempre abbondantemente superiori a quelli rilevati nell’area industriale di Modena“. Il biologo ha sottolineato che le due situazioni dal punto di vista geografico non possono essere comparabili ma le rilevazioni sono state compiute nello stesso periodo dell’anno e con la stessa tipologia di licheni.

“Questi organismi, infatti, sono stati usati sia come bioindicatori che, come nel caso di questa analisi, come bioaccomulatori – aveva spiegato Scarselli durante la precedente udienza -. Non hanno uno strato protettivo e sono quindi liberamente esposti all’atmosfera e dipendono da questa per il proprio metabolismo traendo le sostanze da essa. In questo modo “raccolgono” le sostanze che si trovano nell’aria: micropolveri e metalli pesanti tossici o cancerogeni per l’uomo ma non per i licheni”.

Continua su IVG 

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