TRIBUNALI, LA BATTAGLIA PRO-PROROGA RIPARTE DAL SENATO - Vogue ora
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TRIBUNALI, LA BATTAGLIA PRO-PROROGA RIPARTE DAL SENATO

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AVEZZANO  - "I senatori: presidi di L’Aquila e Chieti non attrezzati per gli accorpamenti     Sindaci, presidenti di province e degli ordini degli avvocati in pressing sui presidenti delle commissioni affari giustizia e affari costituzionali per ottenere il pass, ovvero, l’ammissibilità, per l’emendamento pro-proroga della chiusura dei tribunali di Avezzano, Lanciano Sulmona e Vasto depositato a forma congiunta dai senatori di tutti i partiti politici: Gianluca Castaldi, Gabriella Di Girolamo,Luciano D’Alfonso, Primo Di Nicola, Nazario Pagano, Alberto Bagnai, Gaetano Quagliariello, Alberto Balboni, Giuseppe Luigi Cucca e Loredana De Petris.     Sulla scorta del documento pro-proroga, che ora dovrà superare una serie di scogli (il primo la settimana prossima nelle commissioni), in particolare quello del   governo,   i  sindaci  Gianni   Di   Pangrazio  (Avezzano,   coordinatore dell’iniziativa), Anna Maria Casini (Sulmona), Francesco Menna (Vasto), MarioPupillo, (nella doppia veste di primo cittadino di Lanciano e Presidente dellaProvincia  di  Chieti), Angelo  Caruso  (presidente  della  Provincia  dell’Aquila),Franco   Colucci,   Luca   Tirabassi,   Vittorio   Melone   e   Silvana   Anna   Vassalli(presidenti   degli   ordini   degli   avvocati)  chiedono   un   incontro   urgente   con   ipresidenti delle due commissioni che nei prossimi giorni dovranno emettere ilprimo verdetto sull’ammissibilità.        “Siamo determinati a portare avanti la battaglia in difesa dei tribunali fino infondo”, hanno sottolineato nell’incontro a distanza amministratori e presidentidegli ordini, “sia per evitare la paralisi totale del sistema giustizia nelle provincedi L’Aquila e Chieti che per scongiurare il collasso economico di questi territoridell’Abruzzo interno. Visto che tutte le forze politiche condividono la richiesta,devono costringere anche il governo a dare il via libera”. Pronti   a   tornare   a   Roma,   quindi,   per   dare   manforte   all’emendamentopresentato dai dieci senatori  con l’obiettivo di far slittare la chiusura a settembre2024, garantendo il personale e le risorse necessarie. “L’emendamento”, recita ildocumento   sottoscritto   dai   10   senatori,   “è   necessario   per   la   conformazioneorografica dell’Abruzzo, segnatamente dei territori sui quali insistono i Tribunalisopprimenti, tutti allocati nella parte centro-meridionale della Regione, con laconseguenza che, ove non fosse sospesa la efficacia delle disposizioni in esame,un’area   di   circa   6.600   km   quadrati   rimarrebbe   del   tutto   priva   di   presidigiudiziari. Tale scenario, già di per sé portatore di non trascurabili pregiudizi sulpiano dell’accesso alla Giustizia (tenuti in debito conto, da un lato, la notevoledistanza di molti comuni ricompresi nelle circoscrizioni dei tribunali soppressidalle   sedi   di   quelli   accorpanti   e,   dall’altro,   il   rilevante   dato   altimetrico),risulterebbe   ulteriormente  gravoso,   nella  misura   in   cui   i   territori   destinati   asubire la chiusura dei Tribunali in questione patiscono già e continueranno apatire, negli anni a venire, gli effetti, inevitabili, della crisi economica indotta daquella epidemiologica”. L’emendamento, quindi, accende i riflettori anche suiriflessi nefasti per l’economia dei territori segnati dalla pandemia.“Anche   per   tale   motivo”,   sottolineano   i   senatori,   “va   salvaguardata   lapermanenza  dei  presidi  giudiziari e   di  legalità  tutti situati nella  parte  centromeridionale dell’Abruzzo, notoriamente più esposta al rischio di infiltrazionedella criminalità organizzata. A tanto si aggiunga che i 4 tribunali da sopprimere,proprio durante la fase del “lockdown”, ma anche nella fase immediatamentesuccessiva   hanno   continuato   a   far   registrare   elevati  standards  di   efficienza,tenuto conto che hanno consentito la celebrazione di un significativo numero diudienze –soprattutto penali- in presenza ed in condizioni di sicurezza sanitaria ,mentre, al contrario, diversi Tribunali più grandi, sia in ambito regionale che nazionale, sono stati costretti alla sostanziale paralisi. Ciò anche grazie al fattoche i Tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto godono di ampi spazied aule di udienza tutte dotate di finestre, così da consentire il ricambio naturaledell’aria, oltre a sistemi di areazione artificiale, là dove il Palazzo di giustizia diL’Aquila, di più moderna costruzione  non è dotato di finestre e quello di Chietirisulta appena sufficiente ad ospitare gli uffici e le aule del Tribunale, tanto chegli uffici e le aule della locale Procura della Repubblica risultano tuttora allocatiin   un   edificio   separato   e   distante.   Il   programmato   accorpamento   delle   sedigiudiziarie   risulterebbe   oltremodo   irrazionale   e   certamente   intempestivo   nelquadro   della   attuale   contingenza,   caratterizzata   di   una   crisi   sanitaria   edeconomica senza precedenti. Crisi che, peraltro, ha fatto emergere la ineludibileesigenza di un ripensamento delle scelte legislative che negli anni sono stateattuate in tema di riordino dei servizi pubblici essenziali (sanità, istruzione egiustizia),   dovendosi   propendere   ora   verso   una   decisa   valorizzazione   delprincipio di prossimità, al fine di permettere la diretta e tempestiva erogazione ditali servizi  in luoghi  più   sicuri e   vicini a chi   debba fruirne.    La proroga  diulteriori   due   anni   appare   necessaria   per   garantire   la   calendarizzazione   dellecause penali che necessitano di scadenze più a lungo termine".

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