SULMONA - "
Al di là dell' ”antibiotico sociale” che un tribunale rappresenta per il territorio nel quale insiste, in sostanza un mezzo in grado di combattere o, se non altro, difendere il territorio da infiltrazioni criminali, peggio ancora se mafiose (evidenza chiaramente emersa ieri durante l'incontro che ha visto attori protagonisti il Presidente della Commissione antimafia Nicola Morra, La senatrice Gabriella Di Girolamo e dalla responsabile del forum contro le mafie Teresa Nannarone e partecipi la consigliera regionale Antonietta La porta oltre che tre dei 4 candidati sindaci di Sulmona vale a dire Elisabetta Bianchi, Gianfranco Di Piero e Vittorio Masci ), non si può non considerare l'importanza che lo stesso assume in realtà ove sono presenti istituti penitenziari alcuni dei quali, come è quello di Sulmona, di notevole rilevanza.-A dirlo è Mauro Nardella componente della segreteria confederale Uil CST Adriatica Gran Sasso con delega alla Pubblica Amministrazione
-Se si va a considerare l'impostazione data oggi ai vari carceri presenti in Abruzzo non ce ne uno, comunque, che non conserva importanti caratteristiche che lo rendono simbionte con i palazzi di Giustizia.-Afferma Nardella-Non sarei in grado di immaginare realtà come il penitenziario di Sulmona, ad esempio, non avere a disposizione, nello stesso contesto territoriale in cui si ritrova, un Palazzo di Giustizia . Non è logico, a mio parere, avere un Istituto di pena così importante sguarnito di un necessario supporto tecnico giudiziario. Un carcere, lo ricordo, che con i suoi 400 detenuti,tutti ad alta sicurezza ed in procinto di raggiungere a breve, visto che il cantiere del nuovo padiglione è stato rimosso (si resta in attesa del solo collaudo), il numero di 600 in totale; che rappresenta l'Istituto di pena più grande ed importante d'Abruzzo ( di sicuro molto più che quelli presenti nei 4 capoluoghi di Provincia) ed uno dei più rilevanti d'Italia, .Un tribunale che non solo non andrebbe chiuso ma che andrebbe anche potenziato. Magari con l'implementazione di sezioni distaccate del tribunale di Sorveglianza e, stante la caratteristica del circuito penitenziario in esso attivata, fatto di appartenenti a cosa nostra, ndrangheta, camorra, sacra corona unita, stidda e svariati appartenenti a mafie estere quali quella albanese e nigeriana nonché di collaboratori di Giustizia( anche se per questi ultimi, però, la UIL ne continua a chiedere l'allontanamento per evidente incompatibilità con la restante popolazione detenuta) non sarebbe sbagliato prevederne una della DDA di sede distaccata.-Sottolinea il sindacalista-come pure non si può sottacere sulle rilevanti importanze che rivestono il carcere di Lanciano, anch'esso contenitore di circuiti penitenziari di alta sicurezza e quelli di Vasto e Avezzano( anche se quest'ultimo si trova in una gravissima situazione per via della carenza di organici e per la quale la settimana prossima la UIL effettuerà un'ispezione sindacale) rimaste uniche Case circondariali in grado di ospitare gli arrestati non solo del territorio che li accoglie ma finanche di realtà extra provinciali e, talvolta, extra regionali-Continua Nardella- In sostanza sarebbe un errore non tenere conto di questo importante contenitore sociologico nello scenario di revisione della politica legata alla geografia giudiziaria.L'auspicio è che i deputati alla scelta di mantenere o meno aperti i presidii giudiziari di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto tengano ben presente quale danno sarebbe arrecato non solo al territorio e ai cittadini che lo abitano ma anche ai penitenziari e agli uomini che vi lavorano qualora dovessero propendere più sulla chiusura che sul loro mantenimento in loco".Conclude Nardella
Il componente della segreteria confederale Uil Adriatica Gran Sasso
Mauro Nardella
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